La pubblicazione del seguente comunicato, sul nostro sito web e su quello di ENPA sez. Venezia, si è resa necessaria dal momento che Il Gazzettino ha deciso di non pubblicare il testo, che abbiamo più volte inviato, nonostante le nostre richieste.
Pubblichiamo di seguito il comunicato:
Le Associazioni Dingo ed ENPA – sez. Venezia -, che operano unitamente per monitorare e curare lo stato delle colonie feline presenti sul territorio comunale e specificatamente anche nell’area di Forte Marghera, desiderano dare corrette informazioni relativamente ai due articoli apparsi su Il Gazzettino in data 29 e 30 dicembre 2016, recanti per titolo rispettivamente “Chiude il monastero, gatti in salvo” e “Consigliere e volontari ai ferri corti per i gatti”.
Non occorrerà ricordare che le colonie feline sono tutelate dalla Legge Nazionale 281/1991, dalla Legge Regionale 60/1993 e dal Regolamento Comunale di igiene urbana e sul benessere degli animali.
1) Testimonianze documentate da persone disponibili a fornire le loro identità riferiscono che né le religiose e neppure il Priore gestore del Convento di via San Donà a Carpenedo, sentito telefonicamente, hanno dato incarico al signor Venerando di spostare la colonia che lì viveva. Evidentemente il giornalista non ha verificato le affermazioni del signor Venerando.
2) Le colonie di randagi non possono essere spostate dal loro habitat. Il loro trasferimento può essere effettuato esclusivamente previa autorizzazione del Sindaco, sentito il parere del Servizio Veterinario dell’Azienda Ulss di competenza. Il giornalista avrebbe dovuto verificare che sia stata rispettata la normativa vigente.
3) Spetta all’azienda Ulss di competenza la programmazione della limitazione e del controllo delle nascite, nonché l’identificazione delle colonie stesse.
4) Previo accordo con i Servizi Veterinari delle Aziende Ulss di competenza, gli enti, le associazioni iscritte all’Albo Regionale ed i singoli cittadini possono avere in gestione le colonie che vivono in stato di libertà curandone la salute e le condizioni di sopravvivenza.
5) A Forte Marghera né il Comune, né la Fondazione per Forte Marghera ora (e prima la Marco Polo System) hanno mai permesso l’introduzione di gatti all’interno di una consistente colonia che è stata censita, curata e tutelata in vista del ridimensionamento del suo numero. Il giornalista avrebbe dovuto richiedere informazioni all’Istituzione che gestisce l’area di Forte Marghera a conferma di quanto dichiarato.
Riteniamo pertanto che l’iniziativa personale del signor Venerando di spostare i gatti (quanti? Nel primo articolo si parla di una ventina, nel secondo si fa riferimento ad una dozzina) dal giardino del convento di Via San Donà a Forte Marghera si raffiguri come arbitraria e soggetta a indagine da parte dell’Amministrazione Comunale e dell’Azienda Sanitaria Ulss di cui non si fa cenno.
Si chiede di fornire il numero dei gatti prelevati, il censimento fornito ad Ulss attraverso l’Assessorato competente, le motivazioni e le autorizzazioni ottenute per il trasferimento nell’area di Forte Marghera, nonché le eventuali località o gli stalli in cui si trovano attualmente gli animali.
Desideriamo, altresì, che venga fornita al giornalista autore dei due articoli e alla cittadinanza un’informativa documentata sull’autorizzazione ottenuta dal Comune da parte dell’Associazione “Mici del Forte” a detenere l’edificio nell’area del Forte per farne attività protezionistica.
Marilena De Langes, presidente DINGO
Maria Caburazzi, presidente ENPA sez. Venezia
Venezia – Mestre, 20 gennaio 2017